La trappola delle ingiunzioni

a cura di Florinda Barbuto e Melania Gabriele

Perché facciamo quello che facciamo?

Quante volte ti sei fattə questa domanda: Perché faccio ciò che faccio? Cerchiamo di fornire alcune risposte a questa domanda parlandoti di uno dei concetti chiave dell’Analisi Transazionale: le ingiunzioni.

Prima di approfondire questo concetto è utile spiegare brevemente in che contesto si inserisce. L’Analisi Transazionale è una teoria psicologica e sociale sviluppata da Eric Berne negli anni ’50 il quale sosteneva che:

Queste cinque cose le erediti dai tuoi genitori,
sei estati dopo la nascita:
il numero dei tuoi giorni, il tuo destino, la tua ricchezza,
la tua cultura e la tua tomba.
E. Berne

In altre parole, secondo Berne è nei nostri primi 6 anni di vita, sulla base delle interazioni che abbiamo con le nostre figure di riferimento (tipicamente sono i nostri genitori, ma più in generale ci riferiamo a chi si è presə cura di noi), che decidiamo come andranno le cose nel corso della nostra esistenza, strutturando quello che egli chiama il Copione di vita: i bambino, sulla base dei messaggi verbali e non verbali, espliciti e impliciti che riceve, elabora delle opinioni su di sé e sul mondo e, sulla base di queste opinioni, sceglie come porsi nei confronti di se stesso, degli altri e del mondo.

Arriviamo, quindi, alle ingiunzioni: cosa sono?

I messaggi che i nostri genitori ci inviano possono essere positivi o negativi.

I messaggi positivi, che sono definiti permessi, contribuisco alla costruzione di una buona autostima e fiducia di sé.

Se, al contrario, sono per lo più negativi, i messaggi minano l’autostima e la fiducia di sé. Questi messaggi sono chiamati ingiunzioni. Tipicamente, riflettono le paure, i desideri e/o la rabbia del genitore, limitando il bambino, proibendo o inibendo il suo comportamento libero.

Le ingiunzioni hanno dei temi ricorrenti e per questo Bob e Mary Goulding, due psicoterapeuti americani che hanno contribuito a portare avanti il lavoro di Berne, hanno stilato una lista delle ingiunzioni più comuni.

  • Non. Questa ingiunzione è data da genitori estremamente insicuri e paurosi. Sono talmente spaventati dalla vita che vivono in costante allerta, timorosi che da un momento all’altro possa succedere qualcosa di tremendo e terribile. In questo modo, diventano iperprotettivi vietando allə bambinə di fare anche le cose più normali: non correre, non sudare, non salire le scale, e così via. Nel crescere, le paure e le forme di controllo da parte dei genitori saranno di altro tipo, e così per esempio chiederanno allə propriə figliə se è proprio proprio sicurə della scelta presa, se forse non sia il caso di fare qualcosa di diverso, di non fidarsi del tutto, di stare attentə, ecc. Questo renderà la persona estremamente insicura delle proprie azioni, non sarà capace di effettuare delle scelte in autonomia e tranquillità, si sentirà bloccata, sentirà il costante bisogno di essere consigliata e/o aiutata.
  • Non essere. Questo è uno dei messaggi più pericolosi in quanto può portare a sentirsi privi di valore, a sviluppare forme depressive, a pensieri o agiti suicidi. Può essere veicolato in maniera più o meno diretta con affermazioni del tipo: Se non fosse  stato per te avrei fatto carriera, Se non ci fossi tu divorzierei da tuo padre/madre, Sarebbe stato meglio se tu non fossi mai natə. Viene inviato da genitori che non volevano quellə figliə oppure che si sentono in forte difficoltà nel prendersene cura. Alcune varianti di questo messaggio sono: Non essere te stesso, Non essere un bambino, Non essere importante, Non essere sano (di mente o di salute). Questi messaggi colpiscono una sfera nucleare, quella dell’essere, fondamentale per uno sviluppo sano della persona e caratterizzato dall’accettazione, dalla valorizzazione e dall’espressione di sé.  Il Non essere importante può passare attraverso frasi del tipo Stai zittə tu, che ne sai di queste cose, oppure Lascia parlare gli adulti. Da adulte, queste persone faranno fatica a esprimere le proprie opinioni, cercheranno sempre di non disturbare, di rendersi invisibili e difficilmente raggiungeranno posti di potere e prestigio. Non essere un bambino, invece, a che fare con l’adultizzazione e, quindi, al bambino verrà chiesto di non piangere, di non fare i capricci, di occuparsi dei più piccoli, di comportarsi bene, di non fare il bambino. Da grandi, queste saranno persone estremamente serie, sempre molto attente alle responsabilità, che faranno fatica a divertirsi, lasciarsi andare e vivere in maniera libera le proprie emozioni. Infine, i genitori che guardano, accarezzano e si prendono cura dei propri figli soprattutto quando questi stanno male, alimenteranno il copione Non essere sano (di mente o di salute) per il quale è solo stando male che posso avere tutta l’attenzione di cui ho bisogno.
  • Non entrare in intimità. Questa ingiunzione la troviamo nelle famiglie in cui il contatto fisico, come anche le coccole e le carezze, è carente e in cui non si parla di emozioni, non ci si avvicina all’altro a nessun livello. I bambinə che hanno ricevuto questo tipo di messaggio, da grandi avranno delle importanti difficoltà relazionali, faranno fatica a sentirsi emotivamente vicinə a qualcun altro e a vivere un’intimità fisica o relazionale.  
  • Non crescere Questa ingiunzione è solitamente rivolta allə figliə minore e ha a che fare con il Non mi lasciare. Si manifesta attraverso la continua cura e l’attenzione estrema a tutti i bisogni dellə ragazzə, impedendogli di affrontare le tappe necessarie allo svincolo genitoriale.
  • Non avere successo. Nasce dal timore del genitore di essere oscurato dal successo dellə propriə figliə, dalla paura che quest’ultimə dimostri di essere migliore. È un messaggio che passa attraverso lo stabilire, da parte del genitore, dei traguardi irraggiungibili e/o l’utilizzo della svalutazione e della derisione. Quello che introietterà ilə bambinə sarà la convinzione di non essere bravə a nulla e che, quindi, non ha senso nemmeno provarci.
  • Non far parte. Genitori che hanno delle difficoltà a relazionarsi e a mantenere dei rapporti con gli altri tenderanno a passare ai propri figli questa ingiunzione. Oppure, i genitori che pensano che ilə propriə figliə sia speciale, diversə, sensibile, troppo timidə, lə porteranno a sentirsi incapace di stare in mezzo agli altri e così, da grande, diventerà una persona solitaria, che tenderà all’isolamento e a non sentirsi parte di niente e nessuno.
  • Non sentire. Questa ingiunzione è tipica di quei genitori che hanno delle grandi difficoltà a livello emotivo, che si sono chiuse in una corazza protettiva e si sentono a disagio con le emozioni sia proprie che dei propri figli, perché non sanno come gestirle. Come conseguenza, al bambino viene detto, ad esempio, di non piangere perché bisogna essere forti, oppure di non mostrare la rabbia perché è maleducazione, di non provare paura perché non bisogna avere paura di niente, e così via.

Ma quindi, se è già tutto deciso, siamo spacciatə?!

Che senso ha la psicoterapia, impegnarsi per essere migliori, cercare di raggiungere i propri obiettivi, fare meditazione, yoga e tutto il resto se è già tutto scritto?

Ho immaginato un po’ così la reazione di chi è arrivatə a leggere fino a qui e per questo motivo è doveroso fare altre due precisazioni. La prima è che c’è sempre la possibilità di riscrivere il proprio copione, e a breve vedremo meglio come e cosa significa.

La seconda è che questo articolo ha come obiettivo di aumentare la consapevolezza di chi legge senza incolpare i genitori. Quasi sempre l’intenzione dei nostri genitori è benevola, nel senso che non sono consapevoli di quello che li spinge ad agire e sono convinti di fare ciò che fanno per il nostro bene, per tutelarci o, semplicemente, nemmeno sanno cosa fanno. I genitori fanno del loro meglio per fare i genitori, e i bambini prendono delle decisioni per sopravvivere che, anche se utili in quel momento, possono influenzare il loro comportamento in modo inconsapevole nell’età adulta, causando a volte disagio e sofferenza.

E, quindi, la risposta alla domanda Perché facciamo quello che facciamo? molte volte è: Perché stiamo portando avanti il nostro copione. Abbiamo preso queste decisioni quando eravamo molto piccoli, e allora ci sembravano il miglior modo possibile per sopravvivere e soddisfare i nostri bisogni.

Tuttavia, oggi, abbiamo la possibilità di cambiare. Essere a conoscenza e consapevoli di tutto questo ci dà la possibilità di lavorare sulle ingiunzioni per riscrivere un nuovo copione fatto di permessi.

Come possiamo farlo?

  1. Individua le ingiunzioni che hai interiorizzato nell’elenco che abbiamo riportato qui sopra.
  2. Cerca, nella tua vita di tutti i giorni, di mettere a fuoco se e quale ingiunzione sta guidando il tuo comportamento.
  3. Fermati e ascoltati: è davvero ciò che vuoi fare e che è meglio per te in quel preciso momento?
  4. Chiediti: se fossi completamente liberə, se non avessi paura di nulla e non avessi niente da perdere, farei qualcosa di diverso? Se sì, cosa farei?
  5. Prova a mettere in atto quel diverso comportamento.

Splendere ogni giorno il sole

Ogni pensiero può cambiare il destino
Persino un bambino sa farlo
Basta avere un sogno
E poi stringerlo in pugno
Vedrai si avvererà

Mio caro amico
Ti ritrovo deluso per qualche casino
E fai il muso
Tu dimmi chi è stato
Come ha potuto
Vedrai si risolverà

Adesso fermati e non ci pensare più
Però ricordati che a decidere sei solo tu
Tu farai splendere ogni giorno il sole

M. Gazzè

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Ho una malattia si chiama fantasia: porta quasi all'eresia è considerata pazzia…
Cappellaio Matto