Dalle spinte ai permessi

a cura di Florinda Barbuto

Che posso farci?

Devo essere forte
Io non piango mai

Prima il dovere e poi il piacere
La vita è dura
Non posso assolutamente sbagliare/fallire
Devo essere il/la migliore
Devo correre
Non posso fermarmi
Non ho tempo per mangiare/divertirmi/rilassarmi
È meglio non far arrabbiare gli altri
Non ho preferenze, per me va bene tutto

Ti ritrovi in qualcuna di queste frasi?

Secondo il modello dell’Analisi Transazionale, per metterci in salvo dalla sofferenza che deriverebbe dal disobbedire alle ingiunzioni (divieti) che riceviamo da bambini, accettiamo di obbedire alle spinte: messaggi che provengono dai nostri genitori e dalle nostre figure di riferimento che contengono dei giudizi morali e socialmente accettabili su come dovremmo o non dovremmo comportarci. Sono messaggi che, appunto, nascono come spinte nei bambini a compiere azioni specifiche al fine di ricevere approvazione o apprezzamento da parte dei genitori o di figure di riferimento. Una volta introiettate, se non portate a consapevolezza, continuano a guidarci nel corso della nostra vita quasi come fosse attivo in noi un pilota automatico.

Le spinte

  • Sii forte: spinge la persona a non mostrarsi mai debole o bisognosa di supporto, a chiudersi in sé stessa e a non condividere le proprie emozioni con gli altri. La vulnerabilità è vissuta come inaccettabile. Le persone che seguono questa spinta, non potendo chiedere aiuto o confrontarsi con gli altri, tenderanno a vivere come se fosse sempre tutto sulle loro spalle; faranno fatica a contattare le proprie emozioni e ancora di più ad aprirsi con gli altri e a stabilire relazioni profonde.
  • Sforzati: è la spinta di chi è convinto che la vita sia fondamentalmente sacrificio, che se qualcosa sembra semplice probabilmente da qualche parte ci sarà un imbroglio e che se si raggiunge qualcosa in maniera facile, non si abbia il diritto di essere soddisfattə e felice.
  • Sii perfetto: per chi vive sotto questa spinta, l’errore non è concesso né tollerabile. Questo atteggiamento viene generalizzato a tutti gli ambiti della vita, portando la persona a cercare di curare sempre tutti i dettagli, anche quando questo è inutile o dannoso. Questa modalità porta la persona a disperdere molte energie nel cercare di tenere sotto controllo molteplici aspetti della propria vita e a essere poco capace di vivere in maniera spontanea.
  • Sbrigati: è la spinta di chi non ha mai tempo, è sempre di corsa e con mille cose da fare. Questo dà loro la sensazione di avere una vieta piena, impegnata e di valore. Salvo poi non  avere mai il tempo di fermarsi e capire di cosa abbiano davvero bisogno. Chi vive sotto questa spinta, non ha spazio per il riposo, per sé stessa e per dedicarsi a piacevoli.
  • Compiaci: spinge la persona a evitare i conflitti e a voler far contenti sempre tutti, tranne sé stessa. Chi vive sotto questa spinta non riesce a dire di no, è sempre la prima a rendersi disponibile per aiutare il prossimo lasciando i propri desideri e bisogni in secondo piano, fino ad arrivare al punto di non sapere più  quali siano i suoi bisogni e desideri.

Perchè è importante riconoscerle?

Il problema delle spinte è che sono socialmente accettate poiché quasi tutti concorderanno nel dire che non c’è nulla di male nell’essere precisi e che anzi, questa, sia una qualità. La stessa cosa vale per l’impegnarsi nel portare avanti qualcosa che per noi è importante e così via. Tuttavia, le spinte diventano per noi disfunzionali perché ci costringono a essere rigidi nel nostro modo di essere, non ci danno la possibilità di ascoltarci e capire se quel tipo di risposta che mettiamo in atto è calibrata rispetto alla situazione specifica oppure no.

Riconoscere le nostre spinte, comprendere da dove arrivino e quale fosse un tempo per noi il senso di quelle spinte, è il primo passo per iniziare a vivere in maniera più libera e in linea con chi siamo e quello che desideriamo. Per esempio, in una famiglia in cui i genitori erano sempre di fretta e non avevano tempo per il bambino, quest’ultimo avrà probabilmente introiettato un messaggio del tipo: se sarò veloce allora non creerò problemi ai miei genitori, che così mi vorranno bene. Con il passare del tempo, il comportamento verrà automatizzato sotto forma di spinta e il pensiero sottostante, dal quale quel comportamento ha avuto inizio, sparirà. È questo il motivo per cui quando agiamo sotto le nostre spinte, sentiamo di dover fare delle cose anche se non riusciamo bene a comprenderne i motivi. Portare a consapevolezza questi processi ci dà la possibilità di liberarci della costrizione delle spinte, e agire di volta in volta a seconda di quella che sia l’effettiva necessità/esigenza.

Che succede se mi libero dalle mie spinte?

Quando ci liberiamo delle nostre spinte diventiamo liberə di scegliere come comportarci, a seconda di quello che è realmente utile e importante per noi. Quindi, per esempio, non dovremo cercare di essere sempre perfetti, ma potremo decidere in quali momenti la nostra precisione è un aspetto importante da mettere in campo - per esempio essere precisa è sicuramente desiderabile mentre mi sto occupando della restaurazione di un vaso antico - e quando possiamo semplicemente metterla da parte - probabilmente non sarà necessario essere così tanto precisa mentre sto risistemando il letto.

Come posso liberarmi dalle spinte?

Il lavoro sulle spinte passa attraverso i permessi: messaggi positivi che ci autorizzano allo sviluppo autonomo.

Abbiamo detto in precedenza che le spinte si formano nel bambino per soddisfare le aspettative dei suoi adulti di riferimento. Questo processo, viene tradotto dal bambino nel messaggio: Sono ok solo se… sono forte, mi sforzo, sono perfetto, compiaccio, mi sbrigo. Di conseguenza, ubbidire alla spinta ha come funzione ultima quella di far sentire la persona OK, che altrimenti si sentirebbe NON OK.

Per ogni spinta che abbiamo descritto in precedenza, esistono dei permessi, che ci danno la possibilità di sentirci ok anche se non rispondiamo alla spinta.

Fare questo significa fare un lavoro di tipo ridecisionale. Infatti, un aspetto da sottolineare è che non è tanto importante quali siano state le spinte ricevute, quanto la decisione che noi abbiamo preso all’epoca e confermato poi nel corso della nostra vita. Una volta portate a consapevolezza le nostre spinte, abbiamo la possibilità di individuare quello che ad oggi è per noi un problema o una situazione che vogliamo cambiare e lavorare per darci il permesso di fare una scelta diversa.

La ridecisione ha quindi a che fare con il credere che si può cambiare, che si può agire diversamente e che non si è condannati a ripetere sempre gli stessi schemi comportamentali solo perché Ho sempre fatto così o Sono fattə così.

Quali nuovi permessi potrei darmi?

  • Sii forte: puoi provare emozioni, puoi chiedere aiuto, puoi dare e ricevere affetto, puoi essere in difficoltà, puoi ascoltare ed esprimere le tue emozioni
  • Sforzati: puoi provare piacere, puoi divertirti, puoi rilassarti, puoi avere successo anche facendo qualcosa che ti piace.
  • Sii perfetto: puoi fare bene le cose, puoi sbagliare, puoi accettare il parere degli altri, puoi godere dei traguardi che raggiungi, puoi essere incerto
  • Sbrigati: puoi esistere, puoi prenderti il tempo che ti serve, puoi rilassarti, puoi fermarti, puoi stare in contatto con le tue emozioni e con i tuoi pensieri
  • Compiaci: puoi essere te stesso, puoi pensare con la tua testa, puoi essere in disaccordo con gli altri e puoi esprimere il tuo disaccordo

Volo così, a braccia aperte tra le nuvole

Mi sembra di volare, anche se sono ancora qui
E scusa se ti faccio male, se me ne vado via così
E mi riprendo I sogni le speranze le illusioni tutto quel che sai di me
E mi riprendo questo amore in tutte le versioni e ricomincio a vivere
E volo così, a braccia aperte tra le nuvole
Volo così, nell'aria tersa senza limiti
Volo nell'anima di queste notti tenere
Volo così perchè è così che devo vivere
Volo nel cuore di chi ha voglia di sbagliare
Volo nel sole perchè ho voglia di bruciare
Volo così, volo così

P. Turci

After The Storm di Kali Uchis: Un messaggio di resilienza in musica

After The Storm" di Kali Uchis, con Tyler, The Creator e Bootsy Collins, trasmette un messaggio di speranza e forza interiore. La canzone ci invita a guardare dentro noi stessi, ricordandoci che possiamo essere i nostri stessi eroi. Ci incoraggia ad affrontare le difficoltà con resilienza, credendo che, dopo ogni tempesta, il sole tornerà a brillare.
28/11/2024 10:21

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Ho una malattia si chiama fantasia: porta quasi all'eresia è considerata pazzia…
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