This is Me… Now: riscoprire l’amore per se stessə attraverso le note di Jennifer Lopez

- Mi è mancato l’amore.
- Di mamma e papà?
- Il tuo. Mi hai lasciata sola. Vuoi bene a tutti tranne che a me!

Con il suo progetto This is Me… Now, Jennifer Lopez racconta la sua storia, ripercorrendo la sua infanzia e le sue relazioni fallite.

Attraverso un viaggio emotivo e introspettivo, affronta temi come il bisogno di sentirsi vistə e amatə, la trappola delle relazioni tossiche e l’apparente benessere che nasconde profonde sofferenze.

Se ti ritrovi in una o più di queste condizioni, sono sicura che sentirai This is Me… Now un po’ come la tua storia.

In questo breve articolo condividerò con voi alcune riflessioni sui simbolismi del film e sulle interviste - da cui sono tratte tutte le citazioni qui riportate - raccolte in The Greatest Love Story Never Told, il documentario che ha accompagnato le riprese e in cui la stessa Jennifer Lopez si racconta senza maschere, accompagnata e sostenuta da Ben Affleck.

Un cuore, la fabbrica e gli operai: cosa nutre il nostro cuore e cosa accade quando tutto inizia a cedere

This is Me… Now ruota intorno al tema dell’amore, per il partner e soprattutto per se stessə.

Il film si apre con l’immagine di un cuore meccanico, nutrito da petali di rosa, all’interno di una fabbrica. Questo cuore rappresenta l'essenza stessa della nostra capacità di amare e di sopportare il dolore.

La fabbrica, con il suo inceppamento, simboleggia ciò che accade dentro di noi quando siamo sopraffatti dalla sofferenza: i petali si esauriscono e gli operai (noi stessi) non riescono più a mantenere il cuore funzionante.

In questi momenti, la vita può sembrare una lotta per mantenere il cuore in funzione con l'ultimo briciolo di energia. Esteriormente, possiamo apparire normali, addirittura brillanti, ma dentro di noi regna il dolore, una devastazione che il rumore delle apparenze riesce solo temporaneamente a soffocare.

Un viaggio di vent’anni: dal dolore alla consapevolezza

Mentre il cuore rischia la morte, inizia il viaggio. Un viaggio lungo vent'anni, un percorso difficile e doloroso ma necessario per la guarigione. È quel viaggio che dobbiamo a noi stessi per poter sanare le ferite e ripartire più forti di prima.

Ma non è un viaggio lineare nè semplice. Prima di iniziare a cambiare, spesso, si susseguono scelte sbagliate, come rimanere intrappolati in relazioni tossiche. Relazioni che fungono da antidolorifico, come rimedio alla paura di stare soli e in cui l'unica cosa che tiene legati è il nostro essere a pezzi.

C’è stata gente che diceva di amarmi ma i loro gesti non manifestavano quell’amore.

Quando siamo immersi in queste situazioni, è difficile vedere con chiarezza e prendere le decisioni migliori. Il passato e il dolore creano una nebbia che ci impedisce di vedere la realtà. Accettiamo comportamenti inaccettabili, “accettiamo meno di quanto ci meritiamo” e rimaniamo aggrappatə a relazioni distruttive.

Parliamo di relazioni tossiche. Ma le scelte possono riguardare anche l’ambiente lavorativo, il luogo dove viviamo, le nostre abitudini di vita.

Tornare a essere fedeli a se stessi

In questa grande confusione il mondo che ci circonda il più delle volte peggiora le cose. Jennifer Lopez descrive come il mondo intorno a lei rispecchiasse l'immagine che lei stessa proiettava. Qui appare un altro simbolismo: lo zodiaco. Lo zodiaco rappresenta il coro greco della nostra vita: amici, familiari, colleghi, e perfino i contatti sui social. Spesso questo pubblico ci chiede di essere perfettə, nascondendo le nostre vulnerabilità. Ed è così che smettiamo di essere fedeli a noi stessə, cercando di apparire forti e capaci, mentre dentro di noi combattiamo i nostri demoni.

Solo dopo un lungo viaggio di consapevolezza, Jennifer ha iniziato a scommettere su se stessa, accettando la vulnerabilità che ne deriva.

È molto determinata a farcela. Le persone che osano sono sempre vulnerabili. Ed è terrificante.

Quello che non va in te è dentro

Jennifer Lopez ci mostra una realtà comune a molte persone: quando le cose vanno male intorno a noi, spesso è dentro di noi che qualcosa non va.

Quando ero piccola volevo sempre sentirmi amata. Volevo mostrare a tutti che anche io valevo.

Questo viaggio l’ha portata a ricontattare i suoi vecchi traumi, il suo anelare a sentirsi vista e amata, a voler essere riconosciuta e apprezzata. In questo viaggio ha riconosciuto i copioni familiari appresi dai genitori e che ha ripetuto in età adulta.

Ti senti mai come se deludessi sempre tutti?
E non stessi mai facendo niente di giusto?

Pensi sempre di non essere abbastanza brava.
Con il lavoro. Come partner. Come madre.
E tu vuoi solo essere la migliore, ed è difficile.

Le cose hanno iniziato a cambiare quando ha riconosciuto di non aver scelto questi copioni e di volerli cambiare: “Quello che ho iniziato a capire è che mi ci trovo a mio agio, ma non mi piace. Voglio qualcosa di diverso, di meglio”.

I traumi invisibili

Ben Affleck spiega benissimo in che modo i traumi dell’infanzia possono condizionarci in età adulta. Lo spiega così bene che voglio riportarvi le sue testuali parole.

Jen si sentiva emotivamente trascurata da bambina. È sempre più evidente che non devi per forza aver vissuto un trauma tipo essere stato chiuso in cantina per un anno per avere delle ferite. Sono i traumi più difficili da individuare. È difficile pensarlo di qualcuno che ha una vita professionale di successo e che su Instragram sembra essere felice. La cosa che scopri, come fai con l’alcol, è che non c’è abbastanza alcol nel mondo per riempire quel vuoto. Nel caso di Jen, non ci sono abbastanza follower, film, dischi o altro per placare quella parte che prova ancora nostalgia e dolore. Alla fine, è un lavoro che devi fare da solo”.

Perché vibro a quella frequenza? Non mi prendo cura di me nel modo giusto

È così che si comincia a cambiare. Quando la smettiamo di concentrarci sull’altro, sulle cose che l’altro ci fa e iniziamo a chiederci, come fa Jennifer Lopez, “Perché li attraggo? Perché lo faccio? Perché vibro a quella frequenza?

Nel suo viaggio comprende che questo accade perché non aveva risolto le sue difficoltà: “Non bisogna guardare l’esterno. Cosa c’è che non va fuori? Cosa c’è che non va qui? È come scavare dentro di te e andare in profondità e dire: questo non mi ha fatto stare bene. E neanche quello. Non capivo che mi faceva stare così. Non mi prendo cura di me nel modo giusto”.

Tornare indietro per andare avanti: imparare ad ascoltare il nostro bambino interiore per crescere

Questo è probabilmente il momento catartico più importante. Quello in cui la protagonista incontra la bambina che è stata, una bambina sofferente, spenta.

Tutti i nostri dolori, tutti i nostri traumi. Le cose che facciamo che non ci piacciono, ma che facciamo, solo per via di quella bambina o quel bambino che urla dentro di noi. La piccola Jenny è sempre con me.

Jennifer Lopez racconta infatti di aver imparato a tornare indietro per chiedere alla sua bambina interiore come stava. La guarda, la ascolta, la interroga, ci dialoga.

- Mi è mancato l’amore.
- Di mamma e papà?
- Il tuo. Mi hai lasciata sola.
- Ti voglio bene.
- No, vuoi bene a tutti tranne che a me!
- No. Ti voglio bene.
- Bugiarda.
- Ti voglio bene.
- Dillo ancora.
- Ti voglio bene. Mi dispiace. Mi dispiace.

La storia d’amore più grande: l’amore per se stessi

È a questo punto che la fabbrica riprende a funzionare perché finalmente la protagonista ha trovato l’amore.

Il film parla della capacità di amare se stessi. E quella storia d’amore è molto più difficile da trovare del Principe Azzurro.

Alla fine la protagonista vive un momento di festa, è il momento in cui, dopo essere stata sola ed essersi ascoltata, inizia ad amare se stessa.

E nel farlo non solo vede gli errori che ha commesso, che già sapeva, ma inizia ad ammetterlo a se stessa agli altri.

Nel farlo accetta il rischio di osare, nonostante la paura.

Nel farlo perdona l’altro e perdona se stessa.

Nel farlo riconoscere di non essere perfetta e completa, e che va bene così: Sapete una cosa? Una cosa indossata, vecchia e consumata come una bella giacca di pelle o dei vecchi stivali, è davvero bella. E rappresenta la bellezza delle cicatrici che ci segnano lungo il cammino”.

Inizia anche tu il tuo viaggio

Se sei arrivatə alla fine della pagina, sono certa che ti sia ritrovatə, in tutto o in parte, in questa storia. Se è così, prendi spunto da questo racconto e inizia anche tu il tuo viaggio verso la riscoperta e l'amore per te stessə. E se hai già iniziato questo percorso, porta avanti il tuo viaggio con fiducia, aggiungendo petali di rosa fino a rimettere in sesto la tua fabbrica interiore. Se vuoi percorre una tappa di questo viaggio insieme a noi puoi farlo nel prossimo incontro di Smart Group Therapy: psicoterapia di gruppo online in cui avremo uno spazio di condivisione partendo proprio dalle noto di Jennifer Lopez in This is Me... Now.

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28/11/2024 10:21

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Ho una malattia si chiama fantasia: porta quasi all'eresia è considerata pazzia…
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