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Alla ricerca del mio Wonderland

a cura di Florinda Barbuto

Sai che penso?

Penso che non potrò mai essere felice. Penso che per quanto io possa nuotare forte non riuscirò mai a stare veramente a galla.

Mi guardo intorno. Tutti sembrano sorridere. A tutti la vita sembra scorrere serenamente e facilmente.

Un passo dopo l'altro, un obiettivo dopo l'altro, un mattone dopo l'altro, la vita delle altre persone sembra costruirsi quasi da sola, senza che facciano nessuno sforzo, senza che debbano fare tanta fatica per meritarsela.

E io?

La mia vita sembra diversa. È solo un gran casino. Continuo a mettere mattoni uno sopra l'altro ma non ce ne è uno che sembra messo bene. E allora, ogni volta che mi guardo indietro, ogni volta che mi guardo attorno, vedo solo pareti che cadono o che stanno in piedi non si sa come, non si sa per quanto.

Mi guardo allo specchio e non riesco che ripetermi che ho sbagliato tutto, che continuo a sbagliare tutto, e che forse ad essere sbagliatə sono proprio io.

Perchè gli altri hanno una vita che sembra così perfetta, pur con le sue imperfezioni.

Tuttə trovano una persona che li ami. Hanno un lavoro che gli piace. Hanno figli, amici, cani, gatti, hobby, passioni.

E io?

Io sono sempre qui, immobile, a rincorrere istanti di felicità, cercando di convincermi che siano reali e che lo saranno per sempre. E in cuor mio so già che non è così.

Ad ogni buon proposito, ad ogni progetto iniziato vedo già davanti a me la fine. Un crollo di mattoni, sogni infranti che svaniscono lasciando dietro solo macerie.

E non è che non mi impegni. Non è che non ci provi. Ne ho fatti tanti di tentativi. E continuo a farli. Dicono sia come per colpa di come mi comporto, di quello che dico, di quello che penso.

E allora vado dallə psicologə, dallə nutrizionista, dallə sciamanə, dall'osteopata, a scuola di ballo, al corso di teatro. Vado a impare il cinese, mi iscrivo a un corso di cucina. Faccio trekking, abbraccio gli alberi, parlo con glə altrə e spesso anche con me stessə.

Ma allora perchè anche oggi sono triste?

Triste a dire il vero non so se è il termine giusto. Forse meglio scoraggiatə, affrantə.

Continuo a cercare una guida. Qualcunə che possa darmi le risposte che cerco. O almeno le domande, quelle giuste. Perchè forse se le risposte sono sbagliate è perchè anche le domande sono sbagliate.

E così riparte il loop di pensieri, alla ricerca del sentiero che mi possa portare alla mia meta.

Che poi qual è la meta sarebbe bello saperlo.

Un po' come Alice in the Wonderland. Rincorro il Bianconiglio, in un mondo senza senso, dove tutto è il contrario di tutto e tutto è sottosopra. Dove il personaggio più saggio è un enigmatico Brucaliffo, il più desiderabile un Cappellaio Matto, la più minacciosa una Regina di cuori, il più sensato uno Stregatto.

Alice: Mi dici per piacere quale strada devo prendere?
Stregatto: Dipende più che altro da dove vuoi andare.
Alice: Non mi interessa tanto dove...
Stregatto: Allora una strada vale l'altra
Alice: Basta che arrivi da qualche parte.

Un giorno

Poi però succede qualcosa. E allora penso.

Un giorno mi perdonerò
Del male che mi sono fatto
Del male che mi sono fatto fare
E mi stringerò così forte
Da non lasciarmi più

Il Cappellaio Matto

Un giorno. Quel giorno è oggi. E voglio che lo sia ogni giorno.

Anche se oggi sono affrantə, scoraggiatə, triste.

E lo so, la strada è lunga e complessa.

Tuttavia ora che mi fermo a guardare meglio, ora che gli occhi non sono più offuscati dalle lacrime, mi accorgo che poi non era tutto come sembrava.

Le persone intorno a me, ahimè, non hanno una vita così facile come credevo.

E tutto sommato, per quanti crolli ci possano essere stati nella mia vita, voglio scegliere di concentrarmi su quelle pareti che stanno ancora in piedi e ripartire da lì.

È stancante, vero. È difficile, vero. Spesso ho bisogno di fermarmi e ristorarmi. Spesso ho bisogno di guardare nello specchio per ritrovare il mio Wonderland, il mio Paese delle Meraviglie, certə che dentro di me ci siano tutti i personaggi, da quelli più strambi a quelli più saggi.

Una certezza

Una certezza ce l'ho. L'ho conquistata a fatica e nessuno me la porterà via.

Voglio percorrere il mio sentiero a modo mio. Anche se a volte l'orizzonte è pieno di nebbia e non vedo lontano.

E non ascolterò più chi mi vuole convincere che sono io ad essere sbagliatə.

Ad ognuno il suo mondo. Io scelgo il mio. E il mio mondo, con tutte le sue rovine, è il mio Wonderland.

Tutti i migliori sono matti

Nel mio Paese delle Meraviglie posso ascoltarmi, posso ascoltare i miei desideri, lentamente imparare a capire cosa voglio davvero.

E nel farlo smetterò di ascoltare chi mi dice che Sono mattə. Anzi a costoro risponderò che Tutti i migliori sono matti.

Cappellaio Matto: Tu hai idea del perchè un corvo assomiglia a una scrivania?
Cappellaio Matto: Ho paura Alice. La mia testa è così terribilmente affollata. Sono diventato matto.
Alice: Temo di sì. Sei assolutamente svitato. Ma ti svelo un segreto. Tutti i migliori sono matti.

Mi mancherai quando mi sveglierò

Nel mio Wonderland potrò finalmente concedermi le scelte degne di chi è mezzə mettə e, per questo, si da il permesso di essere felice, a modo suo.

Cappellaio Matto: Tu hai idea del perchè un corvo assomiglia a una scrivania?
Alice: Fammici pensare un po'.
[...]
Alice: Vorrei tanto svegliarmi.
Cappellaio Matto: Credi ancora che sia un sogno, è così?
Alice: Ma certo. È un'invenzione della mia mente.
Cappellaio Matto: Questo vorrebbe dire che io non sono reale.
Alice: Temo di sì. Sei solo il frutto della mia immaginazione. Non mi sorprende che io sogni uno mezzo matto.
Cappellaio Matto: Si. Ma dovresti essere mezza matta per sognare me.
Alice: Evidentemente lo sono.
Alice: Mi mancherai quando mi sveglierò.

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07/05/2024 18:45

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Ho una malattia si chiama fantasia: porta quasi all'eresia è considerata pazzia…
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